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Patricija

Gatta ci cova

Autunno - Ali Smith

Quanti mondi riesci a tenere in una mano.

In una manciata di sabbia.”

 

 

Elisabeth, con la “S”, trentadue anni, docente con contratto a tempo determinato presso un’università londinese.

Daniel, centenario, vicino di casa. Di Elisabeth è stato babysitter, nonno, amico, maestro. Le ha insegnato l’arte e la vita. E l’amore attraverso il ricordo di Pauline Boty.

Ora dorme Daniel, dorme e sogna. Elisabeth appena può lo raggiunge nella clinica dov’è ricoverato, gli legge un libro, gli parla.

Momento di poesia. Delicata, malinconica, viva. Nonostante la consapevolezza che quando l’ultima foglia si poserà a terra sarà fatalmente inverno.

La vita è caduca. Si sa.

 

Granelli di sabbia. Microcosmi. Storie minimali.

Le nostre storie. Intime. Esclusive. Immerse nella Storia che ci è madre e matrigna. Presente sempre. Spesso pesante. Storia che talvolta accoglie talaltra imprigiona. O divide.

Qua. Là.

 

… una recinzione qui, un muro lì, una linea tirata qua,

una linea superata là,

una linea da non superare qui,

una linea che è meglio non superare lì,

una linea di bellezza qua,

una linea di febbre là,

una linea di cui non sai nemmeno l’esistenza qui,

una linea di povertà lì,

una nuova linea di fuoco,

linea del fronte,

capolinea,

qua/là.i>

 

Un giorno le dita s’apriranno. La sabbia scivolerà giù.

A comporre nuova vita.

A forgiare nuovi mondi.

A plasmare nuove storie.

Magari senza linee. Senza capolinea. Senza qua né là.

 

Autunno è scrittura veloce, frammentata. Onirica. Poetica. Politica. Attuale.

È vagolare inquieto nel quotidiano che circonda ogni esistenza. È evolversi nell’immobilità dell’attesa. È percorrere la Storia attraverso le parole narrate. È trasmettere il presente. Che, in fondo, è già passato.

 

C’è sempre, ci sarà sempre una storia da raccontare. Cos'altro esistono a fare le storie sennò.”