Composto di ciottoli e malta, divide Urras da Anarres. Da entrambe le parti si può guardare al di là del muro e anche un bambino può scavalcarlo senza difficoltà. Non è la sua altezza, ma l’idea di confine, di limite, di separazione a renderlo importante. E tragico, a pensarci bene.
Un muro “ambiguo e bifronte”. Ciò che si scorge al di qua o al di là, dipende dal punto d’osservazione.
Shevek è un fisico di Anarres. Per portare a termine il lavoro sulla sua teoria non ha altra scelta che andare su Urras.
Sono pianeti gemelli e opposti Urras e Anarres. Urras è capitalista e ricco, Anarres anarchico e povero.
Inevitabile il confronto fra le due realtà.
“Voi siete ricchi, voi possedete. Noi siamo poveri, noi manchiamo. Voi avete, noi non abbiamo. Ogni cosa è bella, qui. Fuorché le facce. Su Anarres non c’è nulla di bello, fuorché le facce. Le altre facce, gli uomini e le donne. Noi abbiamo solo quello, solo gli altri. Qui voi guardate i gioielli, là guardate gli occhi. E negli occhi vedete lo splendore, lo splendore dello spirito umano. Perché i nostri uomini e donne sono liberi… non possedendo nulla, sono liberi…”.i>
Non possono che sorgere riflessioni e interrogativi che portano a consapevolezza e scelta. “… la rivoluzione comincia nella mente che pensa.”
La società perfetta esiste? No, perché siamo noi, esseri imperfetti e bifronti. Desideriamo un mondo libero e allo stesso tempo erigiamo muri per paura delle differenze, per evitare contaminazioni e confronto. Perseguiamo il benessere e alziamo barriere per difendere ciò che possediamo nel timore che altri ne godano.
I muri non proteggono, isolano.
È vero, non esiste la società perfetta. Tuttavia, cercare di raggiungere il sogno che scorgiamo eternamente laggiù, all’orizzonte, è un modo per umanizzarci e rendere il mondo migliore.
Non abbandoniamo i sogni, demoliamo invece i muri. I muri interiori, prima ancora di quelli materiali. Sovvertimento che deve scaturire dal profondo dell’animo, giacché non si può fare la Rivoluzione se non si è la Rivoluzione.
“La Rivoluzione è nello spirito individuale, oppure non è da nessuna parte. È per tutto, oppure non è niente. Se la si vede come qualcosa che abbia un fine preciso, una fine precisa, non avrà mai veramente inizio.”